di Riccardo Dossi
14 novembre, 2016
L'immagine che ho utilizzato è un particolare di una tela che mio nonno portò dall'Eritrea una settantina di anni fa. I tentativi di interpretare la storia che è raccontata in questa tela, fatta a riquadri come il pannello di un cantastorie, nel corso di una cinquantina di anni non mi hanno portato a nessun risultato, se non che vi si raffigura la vita quotidiana di un villaggio, con tanto di lavoro, preparazione del cibo, guerre e matrimoni. Cosa c'entra con la Boswellia? Niente, se non che l'incenso migliore (la Boswellia) cresce spontaneo proprio in quei territori.
L'incenso è una gommo resina piacevolmente profumata che si ricava praticando una incisione sulla corteccia, ricca di canali resiniferi, della Boswellia, un arbusto appartenente alla famiglia delle burseraceae, diffuso in Somalia, Eritrea, Etiopia, ma anche nella penisola Araba ed in India. E' stato utilizzato come elemento prezioso, nel corso dei millenni, nei rituali sacri di numerose etnie e religioni, tanto che nei paesi arabi, coltivare l'incenso, era un diritto ereditario di soltanto trecento famiglie, con tanto di rigidi protocolli per la raccolta ed il trasporto, che comportavano anche l'astenersi dai rapporti sessuali o al partecipare ai riti funebri. “Profumate le vostre dimore” diceva il profeta Maometto “con l'incenso e la santoreggia” avendo forse già conosciuto le sue proprietà antisettiche.
L'incenso contiene numerosi principi attivi - fra cui l'acido boswellico che è presente con una percentuale di circa il 30% - ad attività antinfiammatoria ed antiartritica. E' utilizzato prevalentemente nelle patologie osteoarticolari come l'artrosi, ma è in grado di procurare benefici anche nell'artrite, nel morbo di Crohn, nella colite ulcerosa e nell'asma.
L'olio essenziale di Boswellia favorisce la pace e la meditazione e calma gli stati di tensione nervosa.
Il salice è un albero della famiglia delle Salicaceae, ampiamente diffuso sui bordi dei fiumi e dei corsi d'acqua di tutto il territorio nazionale. E' una pianta molto apprezzata per il suo contenuto di salicina, precursore dell'acido acetilsalicilico, la nota aspirina, tanto che l'uso della corteccia di salice è approvata da molti stati europei, fra cui la Commissione E in Germania, per i disordini infiammatori, i disturbi reumatici, i dolori articolari, la febbre associata all'influenza e al raffreddore, le tendiniti, le distorsioni ed il mal di testa.
Albero dei riti funebri nell'antica Cina, presente nei riti magici della tradizione europea, è già descritto da Ippocrate, il padre della medicina, come rimedio per i dolori.
La descrizione più antica di questa pianta risale al papiro di Ebers, un testo di medicina degli antichi egiziani di 3500 anni fa; gli assiri la utilizzavano per i dolori articolari e i nativi americani per le sue proprietà analgesiche.
Mentre la Boswellia necessita di un periodo di assunzione piuttosto lungo prima di manifestare in pieno il suo potenziale terapeutico, il salice ha una un'azione molto più rapida.
Sono due piante officinali che lavorano bene insieme!
Torno con la mente a quella tela e agli anni coloniali di mio nonno…ci sono tante domande che rimarranno oramai senza risposta ma nulla è a caso, non siamo soli, oggi e nella storia personale e dell’umanità:
"la sapienza è come un baobab: con due sole braccia non puoi stringerlo tutto" (proverbio africano)
Buona salute a tutti!